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Trento, 22 marzo 2010
Frutta nelle scuole: sì, ma da dove arriva?
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Si chiama “Frutta nelle scuole” ed apparentemente si tratta di un’iniziativa encomiabile quella che è stata promossa dall’Unione Europea con il Regolamento CE n. 288/09 attraverso il pieno coinvolgimento del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, tanto che un apposito sito illustra nel dettaglio l’operazione www.fruttanellescuole.gov.it.

Anche molti istituti scolastici del Trentino hanno aderito al programma e da alcuni giorni stanno ricevendo consistenti quantità di frutta. Peccato che, nonostante la recente approvazione da parte della Provincia di Trento di una nuova legge in materia di utilizzo di prodotti di prossimità, di filiera corta, di riduzione dell’impatto ambientale, il nuovo programma presenti delle lacune macroscopiche.

La cosa più assurda sta nel fatto che ogni singolo frutto – mela o pera, ad esempio – si presenta confezionato uno ad uno in un sacchetto sigillato di materiale plastico, apparentemente non riciclabile (se lo fosse dovrebbe riportare stampato l’apposito logo). Le mele Fuji consegnate nei giorni scorsi in valli dove centinaia di tonnellate di mele locali attendono ancora di essere commercializzate sono state ad esempio confezionate in uno stabilimento di Cesena e l’unica informazione sul prodotto riguarda l’origine “italiana”, senza un riferimento geografico più preciso, ne’ sul metodo di coltivazione adottato (cioè se sia biologico o convenzionale, eccetera). Dunque, per quello che sappiamo, ai bambini delle valli trentine, dove vengono prodotte immense quantità di mele, vengono consegnate sigillate una ad una delle mele di cui non è nota l’origine e che potrebbero aver viaggiato per migliaia di chilometri (magari sono state coltivate in Val di Non…) su e giù per l’Italia. Anziché fare educazione all’ambiente, così si “diseduca”! Come la piuma sul cappello ecco però che ai bambini viene consegnato anche un depliant colorato, che spiega per filo e per segno gli obiettivi del programma. Un piccolo dettaglio: il depliant è interamente in lingua tedesca. Già, ma non è un problema, visto che da Roma il Trentino è “terra tedesca” e che grazie alla preveggenza di qualche politico locale il tedesco è insegnato nelle scuole locali fin dalla più tenera età….

Ciò premesso

si interroga il Presidente della Provincia per sapere

1. se sia a conoscenza del fatto che nelle scuole del Trentino viene consegnata della frutta di origine incerta, trasportata  e confezionata in modo antiecologico;

2. se non ritenga più opportuno, anziché aderire a programmi di siffatta incertezza, promuovere ancor più concretamente nelle scuole l’utilizzo dei prodotti locali come peraltro disposto da leggi e delibere vigenti.

Cons. prov. Roberto Bombarda

     

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